Storia di vite vissute

Pillole di Storia da cui prendere spunto per una riflessione più approfondita.

My Photo
Name:
Location: Italy

Monday, October 17, 2005

Addio cacciatore di nazisti


Un mese fa circa (20 settembre), all'età di 96 anni si è spento a Vienna un grande uomo, "Simon Wiesenthal".
Simon è un simbolo, è l'uomo che ha speso tutta vita per perseguire un ideale quello della "Giustizia", è l'uomo che ha inseguito per tutto il mondo gli infami protagonisti della della follia nazista; ma attenzione, non per vendetta, capiamoci bene, ma per giustizia, per 6 milioni di ebrei, omosessuali, dissidenti politici, zingari, schiavizzati, seviziati, torturati, utilizzati quali cavie da laboratorio, spietatamente massacrati.
Simon Wiesenthal nasce il 31 dicembre del 1908 a Buczacz, una volta Polonia (oggi fa parte dell'Ucraina), studiò architettura, ed esercitò per un breve periodo questa professione, fino all'invasione Nazista in Polonia nel settembre del 1939 e la spartizione, come da accordo Hitler-Stalin, della stessa nazione.
Simon si trovò a Leopoli quando questa cadde sotto l'influenza sovietica, si vide costretto ad abbandonare la professione di architetto per evitare quello che per molti è valso come la deportazione in Siberia.
Con l'operazione Barbarossa del 1941, e l'invasione delle truppe naziste in territorio sovietico passò da carnefice a carnefice, infatti iniziò una peregrinazione da campo di concentramento in campo di concentramento (ben 13), fino a quando, per un po di tempo, riuscì a fuggire e a vivere in clandestinità, per poi essere rintracciato, torturato e internato.
Il 5 maggio del 1945 le truppe alleate, entrarono e liberarono il campo di Matausen dov'era prigioniero lo stesso Wiesenthal, ma lo scenario che si presentò loro fu agghiacciante e le prime cineprese poterono documentare quello che per alcuni era solo un sentito dire, le barbarie più oscene ed atroci. Poco tempo dopo essere stato liberato scoprì che tutta la sua famiglia fu sterminata; ritrovò la moglie anch'essa vittima della follia nazista e un anno più tardi naque la loro unica figlia.
Nell' immediato dopoguerra collaborò con l'OSS (precursore dell'attuale CIA) per l'acquisizione di documenti utili per il processo di Norimberga, concluso il quale, conscio che ancora molti non avevano pagato, con un gruppo di amici aprì il Centro di Documentazione Ebraica a Linz (Austria) proseguendo il lavoro nella ricerca dei criminali nazisti.
Decise come ebbe a scrivere, di farsi portavoce di coloro che non sono sopravissuti perchè nessuno dimentichi la loro memoria, perchè la giustizia contro i crimini di guerra non ha limiti. La sua arma era setacciare tra i documenti dell'enorme burocrazia del terzo Reich, perchè seppur distrutti qualcosa rimaneva: carte, foto, testimonianze.
Nel 1947 ebbe inizio la guerra fredda, due mondi contrapposti; l'umanità voltò pagina facendo uscire di scena il tremendo passato e dando importanza alle due super potenze in contrasto.
In questo clima, molti ex-criminali nazisti iniziano a collaborare con le due superpotenze, causando l'abbandono degli amici di Simon del centro di documentazione ebraico di Linz. Nel 1954 Wiesenthal chiude l'ufficio di Linz e spedisce tutta la documentazione da lui reperita all'archivio dello Yad Vashem, l'ente preposto dallo stato israeliano a seguire le vicende inerenti l'Olocausto. Gli unici documenti che trattiene riguarda Adolf Heichmann lo stratega della "soluzione finale" del problema ebraico, l'organizzatore dello sterminio di milioni di innocenti.
Wiesenthal iniziò la sua caccia all'assassino, del quale non si aveva riscontro fotografico, ma con un lavoro straordinario e meticoloso, scoprì nel 1959 che il mostro si trovava in Argentina sotto falso nome (Ricardo Kleber) assieme alla moglie, con un impiego in una fabbrica d'auto.
La documentazione giunse allo stato di Israele, il quale pianificò un operazione in loco e l'11 maggio 1960 Heichmann venne arrestato e consegnato ad Israele. Due giorni dopo il presidente Ben Gourion annunciò alla Knesset la cattura del criminale e il processo a suo carico.
Grazie alla documentazione del cacciatore Wiesenthal, il 31 maggio 1961 Heichmann venne condannato a morte per impiccagione.
Rinfrancato da questo importantissimo successo, Wiesenthal tornò a Vienna ed aprì nuovamente la sua attività, ottenendo collaborazioni da reduci di guerra, militari, ed anche ex-nazisti "pentiti". Ma lo spauracchio dell'oblio era ancora pesantemente presente, come i tentativi di gruppi neonazisti di fare del revisionismo storico, ritenendo una fandonia il diario di Anna Frank (la ragazzina di soli 16 anni che, deportata con la famiglia, troverà la morte ad Auschwitz, il padre unico superstite, recupererà il diario nella soffitta e lo farà pubblicare).
Ad una trasposizione teatrale del libro stesso, una forte contestazione di giovani fanatici neonazisti condusse Simon Wiesenthal ad indagare su chi fosse stata l'SS che nel 1944 arrestò la bambina e la famiglia: se avesse ritrovato la stessa SS, nessuno avrebbe potuto dubitare del libro in questione. Le prove a disposizione di Simon erano frammentarie e di una pochezza allarmante, ma il testardo cacciatore non demordette, e nel 1963 l'uomo venne individuato in un membro della polizia Austriaca, un certo Silberbauer il quale confessò l'arresto della bambina e della sua famiglia.
Simon Wiesenthal aveva fatto nuovamente colpo, aveva permesso alla verità di emergere, alla realtà dei fatti di imporsi.
Wiesenthal ha permesso di rintracciare, far arrestare e condannare 1100 criminali di guerra nazisti; suo unico cruccio è stato quello di non essere riuscito ad acciuffare il "dottor morte" Mengele, lo spietato scienziato della morte, e della razza ariana fatta in laboratorio (i resti del cadavere presunto di Mengele saranno ritrovati in Brasile).
Visitando un sopravvissuto del campo di Mauthausen, diventato nel dopoguerra gioielliere, quest'ultimo chiese a Wiesenthal perché non avesse scelto di tornare a fare l'architetto. La risposta fu la seguente: «Tu sei religioso, credi in Dio e nella vita dopo la morte. Anch'io. Quando arriveremo nell'Aldilà e milioni di ebrei morti nei campi di concentramento ci chiederanno "Cos'avete fatto?", riceveranno molte risposte. Tu dirai: "Sono diventato gioielliere". Qualcun altro dirà: "Ho costruito case". Ma io dirò : "Io non vi ho dimenticati"».
Ora il grande cacciatore di nazisti se ne è andato, i libri di storia parleranno di lui, della sua vita votata alla causa di della giustizia, perchè non c'è alcuna libertà senza giustizia come amava ripetere. La vita di questo grande uomo deve rimanere ben impressa nella mente e nel cuore di tutti, almeno questa di ricompensa se la è meritata. A tante persone la storia non piace, ma serve a questo, a non dimenticare e a crescere.

Piccolo frammento di un intervista rilasciata nel 1990 da Simon Wiesenthal alla tv svizzera del cantone italiano.
"L'Olocausto lascia un segno indelebile per chi lo ha vissuto, non termina i suoi effetti nefasti con la Liberazione. Uno continua ad esserci dentro, non si riesce mai più a provare una vera gioia. Mi ricordo che una volta, a Los Angeles, il mio amico Zubin Metha, il famoso direttore d'orchestra, mi invitò a un concerto.
Suonò un giovane pianista, bravissimo, e suonò Rachmaninoff, il mio compositore preferito. Suonò in modo così meraviglioso che a un tratto, durante il concerto, il pubblico spontaneamente si alzò in piedi ad applaudirlo.
Anch'io feci come gli altri, ma poi mi risedetti. Non potevo continuare ad applaudire. Lo raccontai poi a Metha, che mi chiese: “Perché, cosa è successo, che cosa ti opprimeva?” Io risposi: ”Mi opprimeva il pensiero di quanti giovani talenti come lui, persone meravigliose, che potevano dare gioia all'umanità, sono stati sterminati, senza essersi resi colpevoli di nulla”. E questo mi ha
offuscato la gioia: ho pensato a quelli che sono stati sterminati. Vede, nulla e nessuno può guarire la mia anima ferita. Così è. C'è un proverbio che dice: “Tutto nella vita ha il suo prezzo, e io lo pago, e posso guardare in faccia a tutti. Questo è una specie di ricompensa."
Grazie dell'attenzione.
Mosca

5 Comments:

Blogger Kia said...

Complimenti davvero!!! Appena ho letto l'articolo ho pensato che il suo fosse una specie di accanimento, una vendetta ma in questo caso la linea tra vendetta e GIUSTIZIA è davvero sottile e mi sono ricreduta. E' un ottimo post per riflettere. Ora un nuemro incredibile di nazisti sono stati assicurati alla giustizia ma forse altri sono ancora a piede libero. Non conoscevo bene questo personaggio, solo di nome e sono contenta di averlo conosciuto un po' meglio. Chissà se qualcuno continua la sua opera? Penso di sì, ma se ne ha notizia?

19/10/05 10:52 AM  
Blogger mosca said...

Nel 2003 Simon ha ufficialmente lasciato l'attività, ha detto che ormai i nazisti ancora vivi e liberi erano troppo vecchi per essere processati, e riteneva la sua missione compiuta.Non penso che qualcuno oggi come oggi dia ancora la caccia ai nazisti per il motivo sopra elencato, penso che le uniche autorità esistenti in materia siano alcune società ebraiche che servono a mettere luce ancora qualche mistero riguardo l'olocausto.

19/10/05 11:38 AM  
Blogger frunti said...

ottimo articolo ma volevo appagare due mie curiosità marginali a questo articolo ben fatto, dettagliato e molto interessante..
Sapevo queste due versioni, puoi confermarmele?
1) il campo di Matausen non fu liberato dai soldati russi?
2) le immagini della liberazione non vennero realizzate successiamente da segregati richiamati per testimoniare quest'evento?

Paolo

21/10/05 2:15 AM  
Blogger mosca said...

Mathausen venne liberato dai Russi, per alleati intendevo i sovietici ma credo che abbia usato una terminologia inadatta.
per quanto riguarda la seconda curiosità, le immagini e le documentazioni vennero usate x il processo di Norimberga per quanto ne so quindi credo che vennero fatte non solo dopo, ma anche poco dopo la liberazione.
Comunque mi documenterò meglio sul fatto!Grazie

21/10/05 8:11 AM  
Anonymous Anonymous said...

Ti risparmio i miei commentucci da quattro soldi (in quanto perfetta ignorante in materia..mi servirebbe un super-Bignami di storia per capire anche solo l'ABC).
Dico invece che trovo fantastica questa tua immensa passione per la storia e questa attenta cura del particolare..sicuramente hai lasciato un'impronta.
Complimenti!

8/5/06 1:42 PM  

Post a Comment

<< Home